sabato 11 febbraio 2017

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La Bulgaria

Съединението прави силата
Săedinenieto pravi silata
(L'unione fa la forza)

Lo stemma della Bulgaria (in bulgaro: Герб на България, Gerb na Bălgarija) consiste di un leone rampante dorato e coronato sopra uno scudo rosso scuro; sopra lo scudo è raffigurata la storica corona bulgara. Lo scudo è sorretto da due leoni rampanti dorati e coronati; sotto lo scudo vi è una terrazza a forma di rami di quercia e una banda bianca che riporta il motto nazionale Съединението прави силата (Săedinenieto pravi silata) - L'unione fa la forza.

La Bulgaria, ufficialmente Repubblica di Bulgaria (in bulgaro: България, Bălgarija; ufficialmente Република България, Republika Bălgarija, è uno Stato membro dell'Unione europea situato nella metà orientale della penisola balcanica.

Confina con il mar Nero a est, con la Grecia e la Turchia a sud, con la Serbia e la Macedonia a ovest e con la Romania a nord, da cui è divisa dal fiume Danubio. Con una superficie di 110 994 km² la Bulgaria è la 14ª nazione europea per estensione. La sua posizione l'ha resa nel corso della storia un importante incrocio per varie civilizzazioni ed è infatti il luogo di ritrovamento di alcuni dei più antichi artefatti metallurgici, religiosi e culturali al mondo. La lunghezza complessiva dei confini bulgari è di 2 245 km, di cui 1 181 terrestri, 686 fluviali e 378 costieri. La rete stradale della Bulgaria è lunga 36 720 km, la rete ferroviaria 4 300 km.

Alcune culture preistoriche iniziarono a evolversi nelle terre bulgare durante il Neolitico. Inizialmente furono abitate dai Traci e successivamente dai Greci e dai Romani. La prima traccia di un'unificazione etnica e nazionale bulgara si data con l'avvento del Primo Impero bulgaro, il quale dominava la maggior parte dei Balcani e divenne il fulcro culturale dei popoli slavi durante l'Alto Medioevo. Dopo un periodo di dominio bizantino lo Stato bulgaro risorse. Con la caduta del Secondo Impero bulgaro nel 1396 i suoi territori finirono sotto il controllo dell'Impero ottomano per quasi cinque secoli.

La guerra russo-turca tra il 1877 e 1878 (chiamata in bulgaro «освободителна», osvoboditelna, cioè "di liberazione") portò alla nascita del terzo Stato bulgaro, diventato indipendente nel 1908. Gli anni successivi videro numerosi conflitti con i Paesi vicini, i quali alla fine divennero la causa che spinse la Bulgaria ad allearsi con la Germania in entrambe le guerre mondiali. Nel 1946 divenne una repubblica comunista governata da un sistema politico a un solo partito sino al 1989, quando il Partito Comunista Bulgaro in seguito alla caduta della cosiddetta "cortina di ferro" concesse le elezioni pluripartitiche. Dopo il 1990 la Bulgaria divenne una democrazia con un'economia di mercato.

La popolazione, composta da 7,49 milioni di persone, è principalmente urbana e vive soprattutto nei capoluoghi delle ventotto province. La maggior parte delle attività commerciali e culturali sono concentrate nella capitale Sofia. I settori lavorativi predominanti sono quelli dell'agricoltura, i servizi, il turismo, dell'ingegneria energetica e dell'industria leggera, tutti sostenuti dalle risorse naturali locali.

Dal 1991 la struttura organizzativa della politica deriva dall'adozione di una costituzione democratica. La Bulgaria è una repubblica parlamentare centralista con un alto tasso di centralizzazione politica, amministrativa ed economica. Dal 1 dicembre 2000 è membro della NATO. Fa parte dell'Unione europea dal 1º gennaio 2007[9] ed è membro del Consiglio europeo, dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OCSE) e ha preso parte per tre volte al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

STORIA:
I Bulgari sono un popolo molto antico e originario dell'Asia Centrale (stanziandosi poi sulle rive del fiume Volga - proto-bulgari), giungendo infine nell'attuale Bulgaria nel corso del VII secolo, dove si fusero con la popolazione locale – soprattutto Slavi (di cui adottarono la lingua) e i Traci; per formare il primo Stato bulgaro. Nei secoli successivi (cristianizzandosi nell'anno 865) la Bulgaria lottò con esito alterno contro l'Impero bizantino e il Patriarcato di Costantinopoli per far valere la sua posizione nei Balcani. Nel corso della seconda metà del XIV secolo la nazione venne invasa e gradualmente annessa dal nascente Impero ottomano.
Battaglia di Ivanovo, la guerra russo-turca del 1877-1878

La Bulgaria riconquistò la sua indipendenza come conseguenza della rivolta d'aprile (1876), organizzata e guidata dagli eroi nazionali Vassil Levski e Hristo Botev, la cui repressione crudele spinse l'Impero russo a dichiarare guerra all'Impero ottomano nell'aprile 1877. Grazie al trattato di Santo Stefano che mise fine alla guerra, Bulgaria fu proclamata un principato tributario dell'Impero Ottomano il 3 marzo 1878. Esso fu rivisto il 13 luglio dal trattato di Berlino, che ridimensionò fortemente il territorio bulgaro, ma portò il consenso delle potenze occidentali al principato autonomo. Il terzo stato bulgaro riacquisì inoltre la provincia autonoma della Rumelia orientale il 6 settembre 1885 (festa nazionale) raggiungendo più o meno le dimensioni odierne. La proclamazione del regno e la completa indipendenza, come il suo riconoscimento internazionale avvennero il 22 settembre 1908. Tra il 1912 e il 1913 fu coinvolta nelle due guerre balcaniche, la prima in alleanza con tutti gli altri Stati balcanici contro la Turchia e la seconda da sola contro gli altri stati della penisola balcanica, durante le quali il territorio bulgaro variò le sue dimensioni, prima in aumento – fino quasi alle dimensioni previste dal trattato di Santo Stefano – e poi in riduzione.

Durante la prima guerra mondiale e successivamente durante la seconda guerra mondiale la Bulgaria si trovò a combattere per la parte perdente. Nel 1923 e 1934, con l'appoggio del monarca Boris III, attraverso due colpi di Stato di ispirazione fascista vengono messe fuori legge le forze democratiche. Una rivolta popolare organizzata dal partito comunista nel settembre del 1923 venne soffocata nel sangue.
Il bombardamento di Sofia (1944)

Alleata della Germania nazista, nel 1941 consentì il transito delle truppe tedesche che invasero la Grecia dichiarando poi guerra agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna, ma non all'Unione Sovietica. Nel 1943 il tentativo di deportare gli ebrei bulgari verso i campi di sterminio venne sventato dall'intervento del vicepresidente del Parlamento Dimităr Pešev e dal movimento popolare di opposizione. Il patriarca Stefan di Sofia si schierò contro le retate dei nazisti e, assieme al vescovo Kiril e al presidente del Santo Sinodo Neofit della città di Vidin, scrisse un documento al re Boris. Il metropolita Kiril, alla testa di trecento fedeli ortodossi riuscì a bloccare la partenza di 8.500 ebrei che i nazisti stavano caricando sui treni.

Il 9 settembre 1944 il regime monarchico, ormai allo sbando, venne abbattuto dalle forze filo-sovietiche riunite nel °Fronte della patria°. Questo fatto fu diretta conseguenza della dichiarazione di guerra del 5 settembre 1944 da parte dell'Unione Sovietica, le cui truppe si erano prima attestate ai confini, per poi invadere nei giorni successivi il suo territorio.

L'esercito bulgaro combatté assieme ai sovietici per la liberazione della Jugoslavia, dell'Ungheria e dell'Austria. La Bulgaria cadde infine nella sfera d'influenza dell'Unione Sovietica e divenne una repubblica popolare nel 1946 (Repubblica Popolare di Bulgaria (RPB), in bulgaro: Народна република България, Narodna Republika Bălgarija); tra il 1946 e il 1948 gli spazi democratici si restrinsero sempre più e il Partito Comunista Bulgaro (PCB) acquistò un ruolo egemone, prima sotto Georgi Dimitrov (1946-1949), poi sotto lo stalinista Vălko Červenkov (1950-1954) e infine sotto Todor Živkov (1954-1989).

Il regime comunista cadde il 10 novembre 1989 - ovvero un giorno dopo la caduta del "Muro del Berlino". Nel giugno 1990 si tennero le elezioni multipartitiche e nel luglio 1991 fu adottata la nuova costituzione. Le due principali formazioni politiche, che negli anni novanta si sono alternate al potere furono il Partito Socialista Bulgaro (PSB) della sinistra e l'Unione delle Forze Democratiche (UFD) della destra; successivamente il Movimento Nazionale per la Stabilità e il Progresso. La Bulgaria entrò ufficialmente nella NATO il 29 marzo 2004 e nell'Unione europea il 1º gennaio 2007.

Le elezioni presidenziali dell'ottobre 2006 confermarono nella carica di presidente Georgi Părvanov che vinse con il 75,9% dei voti, battendo al ballottaggio il nazionalista Volen Siderov (24,5%). La partecipazione al voto è stata del 41,21%. Nel luglio 2009 si tennero le elezioni parlamentari, che elessero come primo ministro Bojko Borisov.


GEOGRAFIA:
La Bulgaria è situata nella parte orientale della penisola balcanica e confina a nord con la
Romania, dalla quale (per la gran parte del confine) la separa il fiume Danubio, a ovest con la
Serbia e la Macedonia, a sud con Grecia e la Turchia, e si affaccia sul mar Nero a est. I confini
hanno una lunghezza complessiva di 1.808 km, mentre le coste si estendono per 354 km. La
superficie terrestre di 110.994 km² la posiziona al 105º posto per estensione a livello mondiale.
Le coordinate geografiche della Bulgaria sono: 43° N 25° E.
La Bulgaria vista dal satellite (dicembre 2001)

Stara Planina
Da un punto di vista morfologico (e anche climatico) la Bulgaria presenta una varietà di ambienti.
Nella parte settentrionale si trova l'ampia pianura danubiana, che si estende da est a ovest per
circa 500 km con una larghezza variabile tra i 20 e i 120 km. La pianura è interrotta da alcuni
altopiani e lievi colline, fra le quali si dipanano i corsi di alcuni degli affluenti di destra del Danubio
(Iskăr, Vit, Osăm, Jantra, Rusenski Lom, Ogosta e Lom).
Più a sud si incontra la catena dei monti Balcani (in bulgaro e serbo: Стара планина, Stara
planina, "Montagna vecchia"), una propaggine dei Carpazi, che attraversano la parte centrale
della Bulgaria da est a ovest per circa 600 km, con una larghezza compresa fra i 30 e i 50 km,
hanno vette che superano i 2000 m s.l.m. raggiungendo la massima elevazione con il monte
Botev (2.376 m s.l.m.). Benché l'altitudine cali lievemente nella parte orientale della catena
montuosa, i monti Balcani costituiscono lo spartiacque fra il bacino del Danubio e quello del fiume
Marica.
A sud della catena dei Balcani si estende una pianura percorsa nella parte orientale dal fiume

Tundža e in quella occidentale dal fiume Strjama. La vallata, detta valle delle rose, è nota per la
Stara Planina

coltivazione delle rose e la produzione dell'olio di rose; a sud è delimitata dalla catena di Sredna
Gora (chiamata anche Antibalcani) che corre parallela ai Balcani per una lunghezza di circa 160
km e con un'altitudine massima di 1.600 m.
A sud dello Sredna Gora si estende la pianura Tracia, delimitata a sud dai monti Rodopi, Sakar e
Strandža e percorsa dal fiume Marica. Come la pianura danubiana anche la pianura Tracia non è
perfettamente pianeggiante, presenta infatti diverse formazioni collinari.
Nella parte centro-occidentale del Paese si trova la pianura di Sofia, in passato zona di passaggio
strategica che congiungeva Belgrado a Costantinopoli. La pianura di Sofia è larga circa 24 km e
lunga 96 km; vi si trova la città di Sofia. Verso occidente la pianura è delimitata dai monti Vitoša a
sud di Sofia, dai monti Rila più a meridione e dai monti Pirin nell'estremo sud-occidentale del
Paese. Il punto più elevato dei monti Rila è il monte Musala (2.925 m s.l.m.), cima più elevata del
Paese.